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Lui & Lei

La moglie, la spiaggia, la voglia incontenibile


di Membro VIP di Annunci69.it Blade89Runner
26.03.2020    |    25.282    |    7 9.7
"Come belve sottomesse, che si accontentano di obbedire al cosiddetto “maschio alfa”, si tennero leggermente più indietro, in totale silenzio, tutti e due..."
Prima di cena feci la doccia, intanto mio marito si godeva una birra ghiacciata, sul patio della nostra casetta.

Aspettando il fresco del buio, ci attardammo un po', ne approfittai per sistemare le cose che avevamo acquistato la mattina. Scoprii che Tony era stato anche in farmacia… mi chiesi perché, mentre prendevo la busta dal tavolo della cucina.

Restai abbastanza sorpresa, riscontrando che conteneva un’enorme confezione di profilattici, erano del tipo extra-robusto, ma io non conoscevo bene quei cosi, noi non li usavamo quasi mai. Poi c’era un flacone azzurro: era gel lubrificante.

– Si può sapere che cosa vuoi farci con tutti questi affari? – Chiesi con un sorrisetto ironico a fior di labbra.
Anche lui rispose allegramente, sembrava molto su di giri quella sera:
– Non si sa mai, – disse – magari ti viene voglia di farmi le corna, visto che siamo in vacanza…
– Sei squallido! – Risposi, fingendo di fare l’offesa. – Secondo te accetterei la corte di un miserabile sconosciuto e… talmente incompetente da non attrezzarsi nemmeno con dei preservativi?
– Che ne dici? – Disse lui fissandomi maliziosamente negli occhi.

Non avevo niente in contrario ma nemmeno morivo dalla voglia di oltrepassare le mie ritrosie… Tony aveva parcheggiato presso il cartello che indicava la spiaggetta dei nudisti.

Io sono una tipa abitudinaria, sempre un po’ lenta ad accettare le novità.
D’altro canto so di potermi fidare ciecamente di Tony; non è tipo da perdere la bussola o da intraprendere azioni senza le dovute precauzioni.

Così, ancora una volta, decisi di seguire il mio compagno e scesi dalla macchina.

Tony era stato previdente, così indossavamo scarpette da ginnastica, l’ideale per affrontare quei piccoli sentieri, brevi ma scoscesi. Da ogni curva si diramavano dei piccoli passaggi, sottolineati dalle orme di piedi; si vedeva che lì c’era molto movimento.

Prima di giungere alla spiaggia, incontrammo delle persone, ma vestite… insomma: vestite da mare, coi pantaloncini, eccetera. Però erano ferme, come stessero aspettando qualcuno.

Sulla spiaggetta, intanto, molte famigliole iniziavano a togliere le tende; restavano per lo più le coppiette e qualche gruppo di giovani, che si divertivano con una chitarra e tante bibite fresche.

Eravamo talmente distanti da tutto e da tutti che, dopo un quarto d’ora, un po’ per curiosità, un po’ per non deludere i sogni di Tony, mi decisi a fare a meno del reggiseno.

Scendemmo al mare così, e non posso nascondere che, sentirmi a petto nudo, sotto gli occhi degli estranei, con mio marito a fianco, col pene di fuori, spesso e lievemente in tiro, mi provocò una certa emozione che non avevo assolutamente preventivato.

Scendere nell’acqua tiepida e confortevole, mi aiutò a sentirmi subito meglio; anche il calore che mi aveva invaso le tempie, si placò immediatamente.

Passammo in acqua più di mezz’ora, felici, abbracciati come due liceali, stuzzicandoci e toccandoci il sesso… Dopotutto, intorno a noi, facevano tutti un po’ la stessa cosa. Si giocava, ci si rilassava, ma tutti, indistintamente erano un po’ su di giri, almeno… a me sembrava così. Le donne avevano vicino il loro uomo o qualche amica, ma gli sguardi spaziavano, sempre a caccia di un pene da osservare, da valutare, per capire il grado di eccitazione che pervadeva il loro oggetto del desiderio.

Intanto Tony, il mio stramaledettissimo marito, era riuscito, a furia di stuzzicarmi, a sfilarmi lo slippino. Non mi diede il tempo di arrabbiarmi: mi prese alle spalle, direttamente in acqua e, guidandosi con le dita, m’infilò il membro in figa, che inutile dirlo era estremamente lubrificata. Ecco, aveva raggiunto il suo scopo (come al solito) ero eccitata, su una spiaggia di nudisti e, visto che adesso ero su di giri, il mio innato esibizionismo ebbe la meglio.

Così, oltre alle mutandine, mi tolsi di dosso anche l’ultimo baluardo di “perbenismo” e iniziai a desiderare ardentemente di essere scopata, in mezzo alla gente, sotto gli sguardi ammirati e eccitati degli uomini. E se il loro “pennone” s’irrigidiva in mio onore, tanto meglio.

Tony affondò in me poche volte ma fino in fondo, poi uscimmo dall’acqua. Mi porse, con galanteria il costume, ma io non lo misi più. Ormai ero in ballo e volevo solo godere.

Mentre raggiungevo il nostro angolino, non potei fare a meno di accorgermi che alcune coppie stavano scopando tra loro distesi sulla spiaggia; altri, senza false ipocrisie, si godevano lo spettacolo, sornioni o sorridenti.

Osservando meglio, compresi pure il ruolo di quei “signori” di mezza età che si aggiravano in sandali, calzini e marsupio, tra le montagnole: erano guardoni, ecco cos’erano. Dei tipi ritrosi e meschini, che si spingevano fino alla spiaggia dei nudisti, come gabbiani affamati in cerca di qualche pezzetto di cibo.

Ormai ero “accaldata” proprio mentre il pomeriggio inoltrato rendeva l’aria di mare più fresca che mai. Ma il mio calore era intimo, piacevole e misterioso; sentii che il cuore batteva più forte, ma non avrei mai avuto il coraggio di fare sesso come altri, intorno a noi.

Profittammo degli ultimi raggi di sole per asciugarci un po’, stesi vicini sulla rena. Tony iniziò a carezzarmi svogliatamente sia i seni che la farfallina, ogni tanto ci inzuppava il dito ma era più un gioco, un passatempo, che la determinazione di farmi godere. Mio marito conosceva bene i miei tempi e indovinava i miei pensieri… sessualmente credo che non potrei mai fare ameno di lui.

Poi ci alzammo, sempre in silenzio, e Tony raccolse le nostre cose nella sacca; iniziammo la salita ma mi accorsi subito che c’era un uomo di mezza età che ci veniva dietro, a distanza di sicurezza.

Invece di continuare la salita, Tony mi portò per mano in una direzione un po’ diversa; intorno a noi il fogliame divenne più alto e inselvatichito. Stanca della giornata non feci troppo caso alla deviazione, ero convinta che saremmo sbucati più sopra, sempre in direzione del parcheggio.

Ma a quel punto mio marito si fermò.

A qualche metro da noi, si fermò anche il signore che sembrava seguirci.

Guardai Tony interrogandolo con gli occhi… pensavo fosse tutto già finito in spiaggia; infatti, adesso, eravamo tutti normalmente vestiti. Tony, il signore misterioso, in ciabatte, Lacoste e pantaloncino, e io, col costume due pezzi sotto la lunga canotta color carne.

Il mio uomo non disse nulla ma incominciò a carezzarmi tutta, con l’evidente intento di pomiciare… eravamo in piedi, come ragazzini nascosti in un sottoscala: che razza di idee passavano in testa a mio marito?

Lasciai fare, perché l’eccitazione non era passata del tutto, e perché mi fidavo di lui… ma ero molto perplessa. Adesso i suoi movimenti sul mio corpo erano strani, inusuali, non mi toccava per sé, toccava e tastava per “mostrare”.

Insomma mi accorsi che a Tony, quel terzo incomodo non dava alcuna soggezione, al contrario, mi manipolava i seni, affinché lui vedesse i capezzoli, inturgiditi, e mi scostava lo slippino dalla vulva, per offrirgli lo spettacolo delle mie grandi labbra, schiuse dalle sue dita.

Le mie emozioni si fecero strane, si sovrapponevano; quella situazione; quell’uomo viscido che sembrava elemosinare un po’ di piacere, da un lato mi disgustava, da un altro mi faceva roteare la testa per l’eccitazione.

In quel quadretto osceno, di naturale c’erano solo i cespugli, per il resto eravamo tre sporcaccioni, che lontani da ogni sentimento, desideravano solamente il piacere, non importa quanto squallido o sporco fosse il sistema per raggiungerlo.

Mio marito mi si pose alle spalle, per armeggiare meglio sul mio corpo: ora avevo fuori dal reggipetto i due seni enormi, trattenuti dal suo avambraccio, mentre l’altra mano teneva giù lo slip, di modo che si vedessero i peli e il mio inguine.

Mi penetrò con il medio, tirando forte verso l’alto e iniziò a masturbare; io tutta bagnata, ma offesa, ancheggiavo a favore delle sue manipolazioni.

L’uomo di fronte a me era letteralmente partito con la testa; ipnotizzato dalla scena, provò timidamente a estrarre il pene dalla lampo del pantaloncino. Nessuno lo sgridò, così quello si fece coraggio e fece venir fuori anche lo scroto, molto grosso, che si adagiò sul lato. Il suo cazzo era già abbastanza rigido ma pendeva ancora verso il basso.

Eccitata dalle carezze, non avevo ancora fatto in tempo a “perdonare” quella enorme trasgressione che, dai cespugli, vidi arrivare timidamente altri due guardoni.

Come belve sottomesse, che si accontentano di obbedire al cosiddetto “maschio alfa”, si tennero leggermente più indietro, in totale silenzio, tutti e due con gli occhi sulla mia vulva, che iniziava a gocciolare.

Mio marito dovette fare un qualche cenno di approvazione, perché il primo uomo avanzò verso di noi con circospezione.

– Prendiglielo in mano… – mi sussurrò Tony – vedi come è caldo.

Mi riscossi, ero poco propensa a quelle azioni, avevo persino un po’ paura, ma mio marito insisteva e mi arrapava con le dita; intanto il cazzo dell’altro era così vicino, così attraente… mi feci coraggio e lo presi.

Era veramente molto caldo e morbido, la pelle era di seta e mi venne spontaneo accarezzarlo, estendendo i movimenti alle due grosse palle. Le saggiai, le soppesai, non pensavo che prenderle in mano sarebbe stato così appagante, quasi tenero.

Gli altri due, intanto, tirarono fuori, rispettivamente, i loro cazzi. I porci avevano capito tutto e speravano di far bottino, quella sera.

Tony mi tolse lo slip, poi mise per terra un asciugamani piegato e mi invitò a inginocchiarmi. Ero troppo infoiata per rifiutare.

Ripresi in mano il membro dell’estraneo, mentre Tony fu il primo a mettermelo in bocca.

Senza premere, mi lasciò piena libertà di leccare, di assaporare, di succhiare…
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